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"ALLA CAMPANA": DA 500 ANNI TEMPIO DELLA CUCINA ROMANA
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- Categoria: Enogastronomia
- Creato Giovedì, 11 Gennaio 2018 14:25
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Cucina romana e ospiti vip. I piatti tipici: coratella con i carciofi alla cacio e pepe, coda alla vaccinara, trippa, pasta e broccoli in brodo di arzilla, e le famose animelle
(www.enopress.it). Roma città più visitata d’Europa ma i cui servizi fondamentali sono da sempre in emergenza. Decoro soprattutto, trasporti, pulizia e questo da tanti anni oramai, assai prima della sfortunata gestione M5S che ha trovato le casse comunali gravate da un debito cittadino da paura. Il passato è la sua forza, assieme al Vaticano ed alla tradizione che si respira nei suoi rioni centrali, a Campo de’ Fiori, Monti,Trastevere, Testaccio.
Una tradizione che è presente e viva nella cucina e, naturalmente, nei vini dei vicini Castelli. Il portabandiera di questa tradizione alimentare è un’antica trattoria, trattoria di posta, ora affermato ristorante di fama internazionale. Parliamo de “La Campana” orgoglio romano da mezzo millennio. Lo attesta un antico documento del 1518 che registrava il pagamento delle tasse destinate (allora) alla manutenzione delle strade.
Ricorda questo monumento alla gastronomia, alla cultura ed alla storia di Roma il bell’articolo di Lilli Garrone, pubblicato nella Cronaca di Roma de Il Corriere della Sera (8 gennaio) con ikl titolo “La Campana” fa 500 anni: da Goethe a Maria Callas. Cucina romana e ospiti vip. I piatti tipici: coratella con i carciofi alla cacio e pepe, coda alla vaccinara, trippa, pasta e broccoli in brodo di arzilla, e le famose animelle con prodotti serviti dal fornaio e dal macellaio di Campo de’ Fiori. L’antica stazione di posta ha conservato sino ai giorni nostri il rapporto con i viaggiatori e una clientela a dir poco universale.
Da Caravaggio a Goethe, da Picaaso e Guttuso, da Anna Magnani a Fellini e Maria Callas. Anche ambasciatori e 007 attratti dalla coda alla vaccinara, per non dire di clienti come Mario Draghi e Riccardo Muti. Una tastiera di frequentatori tutti ricordati dall’attuale titolare Paolo Trancassini, discendente di una famiglia di Leonessa (di cui è sindaco) che la gestisce da oltre cento anni.